Guida e sostanze stupefacenti: che cosa cambia con il nuovo Codice della strada?

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Sabato 14 dicembre è entrata in vigore una riforma del Codice della strada che ha inasprito le normative relative alla guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, come cannabis e cocaina. La modifica principale riguarda l’articolo 187 del Codice, che ora è intitolato “Guida dopo l’assunzione di sostanze stupefacenti”, al posto di “Guida in stato di alterazione psicofisica per uso di sostanze stupefacenti”. Questo cambiamento implica che non sia più necessario provare che l’uso di droghe abbia effettivamente compromesso le capacità di guida per poter sanzionare il conducente.

In precedenza, chi veniva sorpreso a guidare sotto l’effetto di droghe rischiava una multa tra 1.500 e 6.000 euro e una pena detentiva da sei mesi a un anno, ma solo se era stato accertato che l’alterazione psicofisica fosse tale da compromettere la guida. Con la riforma, la stessa sanzione si applica anche a chi guida semplicemente dopo aver assunto sostanze stupefacenti, indipendentemente dal loro impatto sulle sue capacità di guida.

In passato, la Corte di Cassazione aveva stabilito che fosse necessario dimostrare l’effetto delle droghe sulla guida. Ora, con la nuova legge, basta semplicemente provare che il conducente ha consumato tali sostanze. Mentre alcuni critici temono che questa modifica possa essere contestata dai tribunali, i sostenitori ritengono che semplificherà il lavoro delle forze dell’ordine.

Sabato 14 dicembre è entrata in vigore una riforma del Codice della strada che ha inasprito le normative relative alla guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, come cannabis e cocaina. La modifica principale riguarda l’articolo 187 del Codice, che ora è intitolato “Guida dopo l’assunzione di sostanze stupefacenti”, al posto di “Guida in stato di alterazione psicofisica per uso di sostanze stupefacenti”. Questo cambiamento implica che non sia più necessario provare che l’uso di droghe abbia effettivamente compromesso le capacità di guida per poter sanzionare il conducente.

In precedenza, chi veniva sorpreso a guidare sotto l’effetto di droghe rischiava una multa tra 1.500 e 6.000 euro e una pena detentiva da sei mesi a un anno, ma solo se era stato accertato che l’alterazione psicofisica fosse tale da compromettere la guida. Con la riforma, la stessa sanzione si applica anche a chi guida semplicemente dopo aver assunto sostanze stupefacenti, indipendentemente dal loro impatto sulle sue capacità di guida.

In passato, la Corte di Cassazione aveva stabilito che fosse necessario dimostrare l’effetto delle droghe sulla guida. Ora, con la nuova legge, basta semplicemente provare che il conducente ha consumato tali sostanze. Mentre alcuni critici temono che questa modifica possa essere contestata dai tribunali, i sostenitori ritengono che semplificherà il lavoro delle forze dell’ordine.

Le altre sanzioni rimangono in vigore: oltre alla multa e alla pena detentiva, chi guida sotto l’effetto di droghe rischia anche la sospensione della patente per un periodo che va da uno a due anni, con il raddoppio della durata della sospensione se il veicolo non è di sua proprietà. Inoltre, tutte le sanzioni vengono raddoppiate se il conducente causa un incidente stradale.

Le novità sui controlli

Un’altra modifica rilevante riguarda le modalità di controllo. Quando un veicolo viene fermato dalle forze dell’ordine, il conducente può essere sottoposto a tre livelli di verifica. Il primo controllo è preliminare: le autorità possono somministrare un test rapido per verificare l’assunzione di sostanze stupefacenti, utilizzando anche dispositivi portatili.

Il secondo livello di controllo viene eseguito se il test preliminare risulta positivo o se le forze dell’ordine hanno motivi validi per sospettare che il conducente abbia assunto droghe. In questo caso, il guidatore viene sottoposto a controlli più accurati, che includono analisi di laboratorio su campioni prelevati dalla mucosa orale, con l’assistenza di personale medico.

Infine, il terzo livello di controllo si applica se il secondo non può essere effettuato, per esempio in caso di assenza di personale sanitario o se il conducente si rifiuta di sottoporsi al test. In questa situazione, il conducente viene portato in una struttura sanitaria, come un ospedale o un’unità mobile, dove vengono prelevati campioni di sangue o altri liquidi biologici per eseguire gli esami necessari a verificare la presenza di sostanze stupefacenti.

Rifiutarsi di effettuare i controlli

Chi si rifiuta di sottoporsi ai controlli rischia pene severe, tra cui l’arresto da sei mesi a un anno, una multa che va da 1.500 a 6.000 euro, la sospensione della patente e la confisca del veicolo. Se, invece, non è possibile effettuare il secondo e il terzo livello di controllo, la nuova normativa prevede che il conducente debba sottoporsi a una visita medica entro 60 giorni dal fermo. Se la visita medica non viene superata, la patente viene revocata e il conducente dovrà aspettare tre anni prima di poterla riottenere.

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Dieci e Dieci è la scuola guida di proprietà della Fratelli Boggetto srl con sede a Ciriè e Borgaro, in provincia di Torino, e Bra in provincia di Cuneo.